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Come già comunicato nella Ns. circolare del 27/04/20 intitolata “Novità dal 4 maggio (DPCM 26 aprile)”, Vi segnaliamo che con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 aprile 2020, recante nuove misure per il contenimento dell’emergenza COVID-19 in previsione della fase 2, applicabili sull'intero territorio nazionale, il Governo ha disposto la riapertura progressiva delle attività commerciali e produttive.

In via prioritaria vi invitiamo a prendere contatto con il soggetto che esegue la cura della sicurezza e salute sul Vs. luogo di lavoro. 

Pur tuttavia riteniamo utile fornire alcune informazioni di carattere generale.

Le imprese che riprendono a svolgere le proprie attività sono tenute a rispettare i contenuti del protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro sottoscritto il 24 aprile (allegato 6 al DPCM), che integra il precedente del 14 marzo.

A tal fine, si fornisce un breve riepilogo delle misure da adottare, per i cui dettagli si rinvia al Protocollo citato:

• corretta informazione dipendenti sulle misure anti-contagio (consegnando e/o affiggendo all'ingresso e nei luoghi maggiormente visibili dei locali aziendali, appositi depliants informativi);

• nuove e specifiche modalità di ingresso in azienda (possibilità controllo temperatura nel rispetto normativa privacy);

• nuove e specifiche modalità di accesso dei fornitori esterni (essi dovranno rispettare misure aziendali ed occorrerà evitare il più possibile contatto con dipendenti);

• pulizia e sanificazione dei locali aziendali (l'azienda assicura la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago);

• precauzioni igieniche personali (è obbligatorio che le persone presenti in azienda adottino tutte le precauzioni igieniche, in particolare per la pulizia mani);

• idonei dispositivi di protezione individuale (DPI), sulla base del complesso dei rischi valutati, nonché sulla base della mappatura effettuata sulle diverse attività dell’azienda;

• gestione degli spazi comuni, volta ad evitare contatti e con obbligo di mascherina (accesso contingentato e di breve durata in mensa, spogliatoi, aree fumatori, distributori di bevande e snack);

• organizzazione aziendale che consenta di evitare quanto più possibile contatto e rischio di contagi (turnazione, trasferte e smart work);

• rimodulare gli spazi di lavoro (eventuali misure di riposizionamento delle postazioni di lavoro);

• specifica gestione degli orari di lavoro e gestione entrata e uscita dei dipendenti, in modo da evitare assembramenti (ingressi ed uscite scaglionati, differente porta di entrata ed uscita);

• limitazione spostamenti interni (riunioni, eventi interni e formazione solo a distanza);

• gestione di eventuali soggetti sintomatici seguendo le misure previste dal protocollo in azienda (il dipendente è obbligato a dichiararlo);

• ove necessario, adeguamento sorveglianza sanitaria seguendo indicazioni Ministero della Salute (coinvolgendo il medico competente nella fase di ripresa delle attività per attuare le indicazioni delle autorità sanitarie e di suggerire ulteriori misure, dato il suo ruolo nella valutazione dei rischi e nella sorveglia sanitaria);

• ove necessario, costituzione in azienda di un Comitato per l'applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione con la partecipazione delle rappresentanze sindacali aziendali e del RLS (nel caso in cui non sarà possibile istituire quello aziendale, verrà istituito, un Comitato Territoriale composto dagli Organismi Paritetici per la salute e la sicurezza, laddove costituiti, con il coinvolgimento degli RLST e dei rappresentanti delle parti sociali).

È stato poi predisposto un protocollo ad hoc per i cantieri del 20 marzo 2020 (allegato 7 al DPCM) ed un protocollo per il trasporto e la logistica del 20 marzo (allegato 8 al DPCM).

Occorre ricordare che la mancata attuazione dei protocolli che non assicuri adeguati livelli di protezione potrebbe determinare conseguenze anche sul regolare svolgimento dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.

Per lo Studio,

Dr. Nico Gilardi

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